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Giulio Starnini
22/05/2011

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Starnini: i pazienti detenuti non fanno “turismo”

Ho letto con stupore ed amarezza sul notiziario di “Ristretti Orizzonti”, la nota della Ugl in merito ai danni che provocherebbe al sistema enitenziario il trasferimento di pazienti detenuti in Ospedale, definito in maniera non corretta, come una forma di “turismo”. Credo che il rispetto dovuto alle persone malate non si arresti alle porte del carcere e che argomentazioni così delicate, come quello della salute, meritino una riflessione meno approssimativa. Chi scrive condivide l’ineludibilità tra riforma del sistema sanitario penitenziario e valorizzazione del personale (infermieri, psicologi, farmacisti, biologi, medici) che tale organizzazione hanno sorretto fino ad oggi tra indicibili difficoltà.Ciò premesso anche i “laici” (così noi medici definiamo nella nostra presunzione chi non appartiene al mondo della sanità) comprendono come l’assistenza assicurabile da un presidio ospedaliero offra, per i pazienti con problematiche sanitarie complesse, opportunità diagnostiche terapeutiche non proponibili in nessun centro clinico dell’Amministrazione Penitenziaria.
Ovviamente esiste un problema di sicurezza e di carenza di personale di polizia penitenziaria per i piantonamenti. Là dove però Regione, amministrazione Penitenziaria, associazioni di categoria hanno lavorato insieme tali problemi sono stati superati con la realizzazione di reparti di Medicina Protetta, come a Milano, Roma, Viterbo, Napoli.All’interno di queste U.U.O.O., a standard assistenziali adeguati assicurati da personale Asl, si associano elevati livelli di sicurezza garantiti dai nuclei di Polizia Penitenziaria che vi prestano stabilmente servizio, con enormi economie anche per quanto attiene il numero di ore /lavoro che sarebbero necessitate per assicurare singoli piantonamenti alle migliaia di ricoveri finora effettuati nei tre reparti.
Aspetto inoltre non secondario, è il gradimento espresso da tutti i componenti i nuclei di polizia penitenziaria dei reparti indicati, per la nuova esperienza professionale che sono stati chiamati a svolgere e che sarebbe auspicabile venisse trasformata in una vera e propria specializzazione del Corpo degli Agenti di Polizia Penitenziaria.
L’invito quindi a Ugl e alle altre sigle sindacali e di lavorare insieme con i Provveditorati per sensibilizzare le Regioni alle nuove problematiche dell’assistenza sanitaria alla popolazione detenuta, sia negli Istituti penitenziari che, quando indicato, presso gli ospedali pubblici.

 

Giulio Starnini, Responsabile U.O. Medicina Protetta
Malattie Infettive Ospedale Belcolle di Viterbo

9 febbraio 2008

Giulio Starnini
Author: Giulio Starnini

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