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Roberto Mocellin
15/09/2011

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VITERBO – V Workshop interregionale per Infettivologi Penitenziari

RAZIONALE SCIENTIFICO

Dai dati emergenti dagli studi epidemiologici compiuti in Italia in particolare dagli infettivologi della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPe), peraltro in linea con i dati di letteratura internazionale, il carcere emerge come un contenitore di patologie infettive, correlabili in particolare alle condizioni di basso livello economico e culturale della popolazione detenuta e alle marginalità sociali tra cui quelle della popolazione immigrata e dei tossicodipendenti.

Nel corso degli ultimi anni la popolazione detenuta è profondamente mutata con una quota percentuale di detenuti stranieri passata dal 15% del 1990 all’attuale 40% (in alcuni istituti i detenuti stranieri rappresentano più dell’80% dei residenti), mentre i tossicodipendenti sono scesi dal 35% all’attuale 25%. Si stima che siano o siano stati detenuti almeno 1 volta oltre il 30% di tutti i pazienti anti-HIV positivi presenti in Italia. La prevalenza di infezione da HIV rilevata da studi puntuali condotti da infettivologi della SIMSPe è compresa tra il 7 e l’8% dei circa 70.000 detenuti giornalmente presenti nelle carceri italiane e tra gli HIV positivi oltre il 50% sono affetti da epatite virale cronica (HCV o HBsAg positiva).

 La detenzione, in questo contesto, è un’occasione unica per diagnosticare, educare e curare persone che “in libertà” non avvertono il bisogno di salute tra le proprie priorità quotidiane

Il recente passaggio delle competenze in materia di Sanità Penitenziaria dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute e quindi alle Regioni, decretato dal DPCM 1/04/2008,sancisce finalmente la parità tra cittadino detenuto e cittadino libero in termini di diritto alla salute e fornisce l’opportunità di migliorare i livelli di assistenza sanitaria a quei cittadini che, per un periodo più o meno lungo della loro vita, si trovano in carcere.

Ogni Regione, più o meno faticosamente, sta costruendo un Sistema Sanitario Penitenziario diverso dal precedente e le sfide più difficili sono, in questo contesto, quelle della diagnosi e del trattamento di patologie croniche complesse come le confezioni HIV/virus epatitici; in particolare l’approccio al paziente detenuto, l’applicabilità delle linee guida internazionali di terapia in carcere, la gestione dei conflitti tra persona detenuta  e personale di custodia e sanitario, la continuità terapeutica da garantire nei trasferimenti in altri istituti penitenziari o al rilascio in libertà.

I medici infettivologi del Centro Italia e della Sardegna si incontrano per fare il punto sull’attuale organizzazione sanitaria all’interno delle carceri, valutare i progressi ottenuti nel trattamento dei detenuti sieropositivi, analizzare le criticità tuttora presenti, arrivare infine ad un consenso condiviso sulle modalità di approccio e di trattamento del detenuto con confezioni HIV/virus epatitici , con particolare attenzione alle potenzialità dei nuovi farmaci antivirali nel miglioramento dei risultati terapeutici e della aderenza alla terapia. 

 

Roberto Mocellin
Author: Roberto Mocellin

Infermiere

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