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Alfredo De Risio
03/04/2017

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Minori e giovani adulti autori di reato

Roma, 03 Aprile 2017 – L’applicazione del DPCM del 1 aprile 2008, in materia di Sanità in ambito penale, impone sempre più un intervento multidisciplinare ed integrato per coloro che vi operano, dal personale sanitario a quello della Giustizia. Pertanto occorre necessariamente interfacciarsi continuamente anche con la rete dei servizi territoriali e con il privato sociale, per poter offrire adeguate risorse e strumenti, atti a coniugare il mandato sanitario con quello penale, impresa ardua e non sempre così semplice in quanto la riforma, che inizialmente ha riproposto ed accentuato la dicotomia  salute/giustizia, ha imposto agli operatori del settore un cambiamento fondamentale. 

Nell’applicazione della nuova norma, infatti, è stato necessario adoperare molte energie per il superamento di questa dualità; a ciò si aggiunge l’impegno che tutt’oggi viene  profuso per favorire una continuità di intervento nel passaggio d’età tra minorenni e giovani adulti, dicotomia spesso affrontata con azioni ancora poco integrate a livello operativo.

I temi affrontati nel presente volume non riguardano – di questo siamo più che convinti – soltanto la comunità scientifica; per evidenti ragioni, infatti, dovrebbero interessare e coinvolgere oltre che il clinico, il pedagogista e l’operatore del settore socio-educativo, anche il legislatore, il politico e l’amministratore.

In uno scenario sociale e, soprattutto, istituzionale, ove le risorse sono spesso limitate e molteplici, appare sempre più importante dar vita a soluzioni creative ed innovative, al fine di offrire risposte ai bisogni di coloro che, attraverso il reato, esprimono spesso un disagio che va interpretato e affrontato, pur nell’ambito della dovuta sanzione a livello penale. Ciò nell’ottica di responsabilizzare l’autore e, al tempo stesso, di assicurare il controllo sociale, ma soprattutto nella prospettiva di un cambiamento del comportamento deviante, evitando sia il semplicismo di condanne moralistiche che i falsi buonismi, come ha ben evidenziato Cancrini nella prefazione.

Questo libro nasce dall’idea di riunire i contributi di coloro che, impegnati quotidianamente nei Servizi socio-sanitari pubblici, operano da anni nel settore penale ed investono competenze, tempo e passione nel lavoro con adolescenti e giovani adulti, con l’obiettivo di integrare la loro attività con quella di altri professionisti e di trasmettere conoscenze sulla “valenza di significato” di quegli atti che spesso appaiono indecifrabili, incomprensibili, persino “mostruosi”, se si pensa all’età di questi giovani. La questione che i curatori pongono, ben più complessa, interseca e scambia con le tante storie di individui trasgressivi che incontrano le Istituzioni: come queste si interroghino sul complesso tema del disagio e della devianza giovanile e  come questa possa essere anche espressione di severi quadri clinici e traumi sociali sono alcuni dei temi trattati.  Si deve a  Johan Huizinga, nel suo saggio dei primi del novecento L’autunno del Medio Evo, una prima provocatione tratta dal capitolo di apertura dal titolo I toni crudi della vita, che così comincia: “Quando il mondo era più giovane di cinque secoli, tutti gli eventi della vita avevano forme ben più marcate che non abbiamo ora. Fra dolore e gioia, fra calamità e felicità, il divario appariva più grande; ogni stato d’animo aveva quel grado di immediatezza e di assolutezza che la gioia e il dolore hanno ancora oggi per lo spirito infantile … Di fronte alla povertà ed all’indigenza c’era minore possibilità di mitigare che oggigiorno; esse si presentavano più gravi e più crudeli. Le malattie contrastavano più spiccatamente con la salute … E tutte le cose della vita erano di una pubblicità sfarzosa e crudele. I lebbrosi facevano suonare le loro raganelle e giravano in processione; i mendicanti si lamentavano nelle chiese dove ostentavano le loro deformità.”.

Le suggestioni prodotte dal brano, indipendentemente da chi legge, a nostro avviso richiamano, non solo i campi, le conoscenze e le competenze degli argomenti declinati nel titolo del presente volume, ma anche il vigore di passioni e di sentimenti che caratterizzano e muovono l’adolescenza, nell’evidenza di tumultuosi viaggi e difficili approdi. Crescere è come morire ogni giorno per poi rinascere, ove amicizia, inimicizia, amore, odio, collera, invidia, rabbia, nelle loro tonalità più forti, incontrano per strada il “Gatto” e la “Volpe”, sterminata galleria di prodotti “alterati” sulle bancarelle del web, espressione ultima della bramosia di mercati globali e mercanti senza scrupoli. Abbiamo così richiamato forme diverse di disagio e devianza che trovano miglior alloggio nella sonorità bellicosa del termine greco Οί παραβάντες (oi parabàntes), significando sia “coloro che stanno di lato”, il diverso, che “coloro che trasgrediscono” di un agire antisociale.

Nella condivisa attesa di offrire al lettore di questo manuale una sintesi su cui si basa il senso stesso della pubblicazione, nei capitoli saranno argomentati i rapporti tra contenuto e contenitore, tra giudizio e pregiudizio, tra pena e colpa, tra pericolosità sociale e società pericolose, tra un prima e un dopo. Riguadagnare il tempo perduto, recuperare gli spazi non utilizzati, significare la relazione, disegnare nuovi ed imperfetti orizzonti, rappresentano nel loro insieme il desidero profondo che muove la penna e il lavoro degli operatori … e non solo!!

Alfredo De Risio – Segretario Generale SIMSPe Onlus

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