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Alfredo De Risio
12/05/2011

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Meditazione in carcere : un esperimento presso la Casa di reclusione di Rossano

Nella giornata di martedì 8 maggio 2007, si è tenuta presso il teatro della Casa di reclusione di Rossano (Cs) grazie alla pionieristica sensibilità del Direttore dott.ssa Angela Paravati, una giornata di studio sul tema della pratica della meditazione Vipassana, con l’intento di promuovere una prima valutazione di fattibilità nel circuito degli II.PP. del nostro Paese, sulla base del materiale video fornito dall’Avv. Antonio Sorrentino in qualità di Presidente del Centro Studi e Ricerche “Frontiere del possibile”, dell’esperienza sviluppata nella prigione di massima sicurezza di Tihar a Nuova Deli promossa dal direttore Sig.ra Kiran Bedi.

All’esperimento indiano fanno eco numerose ricerche-intervento tenute in Asia, U.S.A., Messico, Nuova Zelanda, Regno Unito e Spagna, con importanti risultati in termini di un generale miglioramento delle condotte aggressivo-violente dei detenuti ed una presunta riduzione della recidiva.

Vipassana significa “vedere le cose come realmente sono” ed è un metodo pratico d’auto-trasformazione basato sulla consapevolezza della propria mente e del proprio corpo, attraverso l’osservazione delle sensazioni fisiche.

La meditazione Vipassana è una disciplina mentale e una pratica etica, insegnata più di 2000 anni fa dal Buddha storico. Benché Vipassana contenga l’essenza di quanto più tardi è stato chiamato Buddismo, essa non è una religione organizzata, non richiede conversione ed è praticata da persone di differente fede e nazionalità.

L’incontro-dibattito, introdotto dalla dott.ssa Paravati e sviluppato dai competenti chiamati al tavolo dei relatori, nelle persone di Giampiero Calabrò professore ordinario di Filosofia del Diritto dell’Università di Cosenza, Avv. Antonio Sorrentino, dott. Angelo Donato Cospito Responsabile UOSP Regione Lombardia, dott. Luciano Lucania in rappresentanza del Provveditore regionale dott. Paolo Quattrone, dott. Alfredo De Risio psicologo clinico consulente Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, dott.ssa Patrizia Surace criminologo, arricchito anche dai numerosi interventi in sala e non ultimo quello del Comm. Francesco Minniti, ha voluto restituire la complessità del rapporto tra contenuto e contenitore, tra individuo autore di reato e la società del Diritto e delle Scienze dell’uomo. Ed è proprio in questa prospettiva che appare importante promuovere uno studio valutativo volto ad accertare la specificità, l’adeguatezza e l’efficacia del programma riabilitativo, da affiancare a quanto già previsto dall’O.P. in materia, attraverso la meditazione Vipassana.

  A cura di Alfredo De Risio

 

n.5 anno VIII           maggio 2007

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