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Sergio Babudieri
05/07/2012

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Medicina Penitenziaria: chi dirige l’UO di Medicina Penitenziaria della CC di Roma Regina Coeli?

5 luglio 2012 – L’ Unità Operativa Complessa di Medicina Penitenziaria presso la Casa Circondariale di “Regina Coeli”, modello adeguato al SSN ed ottimale per la conduzione di servizi relativi ad una articolata struttura sanitaria come quella di un grande istituto penitenziario circondariale, con annesso Centro Clinico quale il penitenziario storico di Roma, era stata affidata dopo il pensionamento del precedente Direttore ad un esperto con esperienza pluriennale del settore, quale Dirigente Sanitario provenienti dall’Amministrazione Penitenziaria, il Dott. Andrea Franceschini, Presidente Onorario della nostra Societa’. Avevamo valutato la scelta – contratto triennale ai sensi dell’art. 15septies del DL 502/92 – come una corretta soluzione gestionale per l’applicazione del DPCM in questa fase transitoria, cioè con tecnici esperti del settore, capaci di gestire sia gli aspetti sanitari e gli obiettivi del SSN, sia i bisogni di un paziente in condizione giuridica particolare, sia i rapporti con Amministrazione Penitenziaria che quelli con Polizia Penitenziaria, Magistratura, Avvocati, aspetti pregnanti la specificità dell’attività sanitaria in carcere.La S.I.M.S.Pe. aveva condiviso questo orientamento, soprattutto rispetto a quanto avvenuto in altre regioni dove alcuni percorsi hanno portato a soluzioni non certo migliorative rispetto all’ambito assistenziale preesistente in carcere, obiettivo prioritario dello stesso Decreto. Non solo, altri modelli operativi hanno visto una ulteriore ghettizzazione del Medico Penitenziario proveniente dal Ministero della Giustizia, nello specifico il c.d. “Medico Incaricato”, cancellando in maniera ingiustificata e mortificante esperienze professionali specifiche non certamente fungibili con facilità. Il percorso attuato nell’ASL RMA, che pure ha dato buoni risultati, è stato oggi interrotto con il mancato rinnovo dell’incarico al Dr. Franceschini. E’ cessato quindi uno dei pochi percorsi virtuosi in grado di realizzare appieno il cambiamento cui mirava il DPCM!
Invitiamo la Direzione Strategica dell’ASL RMA ad un opportuno ripensamento. Abbiamo già segnalato che queste professionalità, poiché coniugano abilità cliniche ad esperienza relazionale in ambiti complessi quali quelli detentivi che vedono in gioco Amministrazione Penitenziaria e Polizia Penitenziaria, Magistratura, classe forense, consulenti tecnici d’ufficio, non solo non sono nell’immediato fungibili, ma dovranno essere i formatori delle professionalità analoghe di seconda generazione. Altrimenti il sistema andrà in crisi profonda e non facilmente recuperabile, con tutte le conseguenze facilmente intuibili.
Per la salute delle Persone Detenute riteniamo che sia finito il tempo di evitare il problema!

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