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Marco Puggioni
02/03/2016

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L’importanza della Cartella Clinica Penitenziaria

Sassari, 22 Febbraio 2016 – All’atto dell’ingresso in carcere il detenuto deve essere sottoposto a visita medica. La visita deve essere effettuata con la massima sollecitudine ed in modo approfondito al fine di evitare che forme patologiche, sia fisiche che psichiche, sfuggano al tempestivo controllo sanitario e manchino di adeguate attenzioni e cure nel corso della detenzione o dell’internamento.

La cartella clinica viene aperta in questo momento che può presentarsi nell’arco di tutte le 24 ore giornaliere, anche le meno comode del servizio. L’apertura della cartella è comunque e sempre atto a cui è indispensabile dedicare il tempo necessario.  Si tratta, infatti, di strumento fondamentale sia per la raccolta della documentazione sanitaria, che per il suo ruolo storico documentale e per la testimonianza delle decisioni assunte per la tutela  della salute del paziente detenuto, indispensabili in un ambito come quello penitenziario.

Purtroppo, sono molti i Colleghi che ne sottovalutano l’importanza e non dedicano il giusto tempo alla sua compilazione ed aggiornamento.

Un documento di così fondamentale importanza dovrà sempre adeguato sia alle necessità strettamente sanitarie che a quelle, sempre possibili, della Magistrature e, pertanto, la Cartella Clinica Penitenziaria deve essere:

Veritiera: Tutti i dati e gli eventi vanno annotati in cartella clinica contestualmente al loro verificarsi o nell’immediata successione degli stessi.

I dati e gli eventi riportati in Cartella Clinica debbono essere veritieri e corrispondenti ai dati oggettivi relativi al paziente rilevati in scienza e coscienza dal personale medico e infermieristico e agli effettivi accadimenti come si sono verificati. Non va mai usato il correttore (bianchetto) e non sono consentite cancellazioni con gomma. Per errori commessi all’atto della stesura, si deve provvedere a tracciare una riga con inchiostro indelebile sulla scritto erroneo, in modo tale che lo stesso risulti comunque leggibile.

Per errori od omissioni rilevati in epoca successiva, è necessario porre un’annotazione che ne dia esplicitamente atto, accompagnata da ora, data di stesura della correzione e firma dell’estensore.

Accurata: Ogni istituto penitenziario deve definire, con apposito regolamento, procedure atte a garantire l’accuratezza dei dati prodotti e delle loro eventuali trascrizioni (esempi: corrispondenza tra terapie prescritte e terapie somministrate, rilevazione e trascrizione dei parametri vitali, corrispondenza tra esami strumentali prescritti ed esami eseguiti e refertati).

Completa: La cartella viene aperta al momento di accettazione della persona assistita e chiusa, cioè completata in ogni sua parte, alla sua data di dimissione. Ogni struttura penitenziaria dovrebbe mantenere procedure atte a controllare la completezza della cartella clinica sia durante il periodo di detenzione fino  alla scarcerazione, con riferimento agli elementi che la compongono.

In Cartella clinica va allegato, quale parte integrante, un elenco di tutti i moduli ed allegati presenti.

Pertinente: Le informazioni riportate devono essere correlate con le esigenze informative definite sia dalle funzioni attribuite alla cartella clinica, sia dalle condizioni cliniche della persona assistita.

Chiara: La chiarezza riguarda la grafia e l’esposizione. Il testo deve essere chiaramente leggibile ecomprensibile da chiunque sia chiamato a consultare la cartella clinica: medici, infermieri, altri professionisti sanitari, ma anche magistrati o appartenenti all’Amministrazione Penitenziaria. L’esposizione deve essere diretta e non dare adito a diverse interpretazioni.

Rintracciabile: Per rintracciabilità s’intende la possibilità di poter risalire a tutte le attività, agli esecutori, ai materiali nella documentazione sanitaria, per ogni singolo atto, devono essere identificabili:

·  il momento dell’accaduto con data e ora;

·  gli autori con firma leggibile (nome e cognome riconoscibili).

Non esiste l’obbligo di un “indice” ma le pagine devono essere numerate.

Nella cartella clinica è necessario documentare ogni dettaglio sia per ottenere una corretta trasmissione delle informazioni, sia per avere la possibilità di comparare le diverse rilevazioni effettuate in luoghi, tempi e da persone diverse che, in ultima analisi, per documentare il nostro operato.

Infatti, non raccogliendo e non segnalando, il medico può essere esposto a procedimenti giudiziari se dovesse nascere qualche contenzioso. Ogni volta che in carcere accadono eventi gravi, l’attenzione nelle conseguenti  immancabili inchieste giudiziarie ed amministrative si indirizza alla ricerca di eventuali colpe od omissioni da parte degli operatori sanitari penitenziari.

In caso di eventuale procedimento giudiziario, la precisione della documentazione sarà  fondamentale per la ricostruzione accurata degli eventi, in particolar modo in caso di procedimenti relativi a reati di violenza.

Nell’intervallo di tempo, solitamente molto lungo, che intercorre tra l’episodio documentato ed un eventuale inchiesta e procedimento giudiziario, l’esattezza della documentazione scritta è fondamentale. L’Inadeguato livello di raccolta dati, infatti, con il passare del tempo aumenta esponenzialmente i rischi giudiziari dei compilatori.

Riportare in cartella una documentazione clinica approssimativa, carente di dati e lacunosa, vanifica le sue finalità ed è fonte di responsabilità professionale penale e civile .

Dott. Marco Puggioni

Medico Penitenziario CC Sassari

Consigliere SIMSPe-ONLUS

 

Marco Puggioni
Author: Marco Puggioni

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