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Maria Grazia Floris
16/05/2011

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II passaggia della sanita penitenziaria al Servizia sanitaria nazianale

Sin dall’ istituzione dell’ordinamento penitenziario con la L. 354 del 1975 una delle materie pill controverse e oggetto di acceso dibattito circa la determinazione di competenze estata la tutela della salute. Negli ultimi dieci anni le pressioni verso un passaggio della sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale, come documentato dal Vademecum (con/ronta scheda 1.4.2/44), sono state crescenti, pur tra accelerazioni e stasi che, sostanzialmente, hanno mantenuto la situazione piuttosto stabile sino all’approvazione, nell’aprile 2008, del Dpcm (pubbficato in GU il 30 maggio dello stesso anno) «Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporli di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanitià penitenziaria». Nel seguente contributo, redatto da Giulio Starnini, Direttore U. 0. Medicina protetta -Malattie infeltive, Ospedale Belcolle -Viterbo, che fa riferimento a documenti e scritti elaborati anche dal Dolt. Sebastiano Ardita, Direttore generale Direzione generale dei detenuti e del trattamento -Dap e dalle Doll.sse Bruna Brunetti, Paola Montesanti, Anna Angeletti, rispettivamente Direttrice, Vice Direttrice e Dirigente penitenziario dell’ Ufficio III -Servizi sanitari -Dap, si traccia un excursus complessivo di questo complesso rapporto, fornendo anche elementi di riflessione in chiave prospettica.

 

Maria Grazia Floris
Author: Maria Grazia Floris

Medico chirurgo

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