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Emanuele Pontali
16/01/2013

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Genova: il “Reparto detenuti” dell’Ospedale San Martino è un inferno in terra

28 dicembre 2012 – Vita in gabbia, vita da detenuti. Alessandra Ballerini, avvocato da sempre in prima fila per i diritti dei migranti, e Matteo Rossi, consigliere regionale di Sel, visitano il reparto malati, il così detto “repartino”, dell’ospedale San Martino ed escono con una fotografia desolante.

“I detenuti, sette, rimangono a letto 24 ore al giorno. Al buio, perché la luce può accendersi solo da fuori e loro fuori dalla stanza non possono mai uscire, neanche per sgranchirsi le gambe”, denuncia Alessandra Ballerini.
L’aria nelle stanze è irrespirabile perché le finestre ci sono, ma possono essere aperte solo dalla polizia penitenziaria. “L’aria è così insana che lascia un gusto acre nella bocca”. Un ragazzo giovane è disteso in mezzo a due detenuti più anziani e malati psichici.
“Altri due hanno l’Hiv, sono più vicini alla morte che alla vita. Assolutamente incapaci di nuocere a nessuno, abbandonati lì da mesi, senza familiari, avvocati ne magistrati, che si prendano cura di loro – continua Alessandra Ballerini: sono persone che dovrebbero essere curate e invece giacciono qui attendendo la morte o la fine della pena”. Le loro condizioni di salute non sono compatibili con la detenzione. “Se fossero benestanti, se avessero una famiglia che ci cura di loro, se avessero una casa, non starebbero qui, ma in una dimora, in una comunità o in altri reparti.
La sensazione – conclude – è che questo sia l’ultimo girone: la discarica nella discarica. Per contenere gli ultimi degli ultimi”. Alessandra Ballerini e Matteo Rossi non sono gli unici a denunciare le condizioni in cui vivono i detenuti. Al carcere di Marassi c’è stata l’ispezione di una delegazione composta da radicali e socialisti.
“Patologie come Hiv o epatite C di cui sono affetti buona parte dei detenuti tossicodipendenti, sono totalmente incompatibili con il regime carcerario”. La visita ha permesso di verificare che il sovraffollamento ha raggiunto picchi inaccettabili. “La media per ogni cella è di 89 detenuti, che dormono in letti a castello di due o tre piani. In ogni cella c’è un solo bagno per tutti, mentre le docce sono ancora in comune, cinque per ogni piano”.
La delegazione, accompagnata dall’onorevole Mario Tullo e dal senatore Claudio Gustavino, era composta da Michele De Lucia, tesoriere dei Radicali Italiani, da Deborah Cianfanelli, membro di direzione di radicali Italia, Marta Palazzi, segretaria dell’associazione Radicali Genova, da Angela Burlando del Partito Socialista Italiano di Genova, ha potuto anche vedere dei dati positivi.
“Per esempio – scrivono – è stato organizzato un corso odontotecnico con laboratorio frequentato da 23 persone e un corso di grafica pubblicitaria frequentato da 20 persone”. Il carcere dispone anche di una falegnameria, purtroppo inutilizzata per gran parte del tempo per mancanza di appalti, e di una panetteria, in cui lavorano solo 4 addetti. All’interno di Marassi viene svolto un laboratorio teatrale ed è in corso la costruzione di un teatro vero e proprio.

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