Su una popolazione carceraria di 55.960 persone, si stima che circa 3.000 siano affette da Hiv e ben il 15% sia in fase di Aids conclamato. È la percentuale più alta mia raggiunta dal 1991 ad oggi. L’epatite virale da Hcv, inoltre, colpisce il 38% dell’intera popolazione detenuta, mentre il 25% è positivo al test per l’infezione da tubercolosi. Sono i dati delle ultime rilevazioni epidemiologiche compiute nelle carceri italiane che
verranno illustrate e discusse nell’ambito delle giornate di studio su
“Novità e progetti di salute per le persone detenute”, venerdì e sabato a
Viterbo.
“Non conosciamo ancora i motivi delle escalation di infezioni negli istituti di pena – dice Giulio Starnini, responsabile dell’unità operativa di medicina protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo, uno dei tre attivi in Italia – stiamo valutando se sia dovuto ad un reale aumento dei contagi o alla stretta nella concessione delle misure alternative alla detenzione ai reclusi malati. Ma il dato resta allarmante”.
Nel corso del convegno, organizzato dalla Simspe (Società italiana di medicina e sanità penitenziaria) e dalla Asl di Viterbo, verrà fatto il
punto sul passaggio delle competenze in materia di assistenza sanitaria nelle carceri dal ministero della Giustizia alle Asl.
18 settembre 2008