La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto sanitario rilevante in gran parte del pianeta e numerosi sono gli studi orientati a comprenderne la diffusione; tuttavia, ad oggi il fenomeno non risulta esplorato nell’ambito penitenziario, in particolar modo nel panorama italiano. Obiettivo di questo studio è stato valutare e analizzare il rischio di esposizione al COVID-19 negli infermieri operanti nel contesto carcerario italiano. È stato condotto uno studio multicentrico osservazionale descrittivo, arruolando un campione di convenienza composto da infermieri iscritti alla SIMSPE Onlus (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria), operanti in qualsiasi struttura carceraria italiana al momento dell’indagine. Hanno partecipato all’indagine 204 infermieri, con un tasso di risposta pari al 49,27%. La maggior parte degli operatori (92,65%) è risultata esposta al rischio di contagio da virus Covid-19, essendo venuta a contatto direttamente con pazienti positivi (90,69%) e in situazioni assistenziali in cui veniva prodotto aerosol da parte dell’assistito (56,21%). Il numero di infermieri che ha rispettato “sempre” le norme di sicurezza per la prevenzione del contagio non differiva significativamente (p > 0.05) nelle situazioni con o senza esposizione ad aerosol. I risultati evidenziano la rilevanza del problema nel contesto carcerario italiano e la necessità di ulteriori approfondimenti: la conoscenza della dimensione di questo fenomeno, fino ad ora inesplorato in questo ambito, rappresenta un primo passo fondamentale per individuare strategie organizzative in grado di gestirlo efficacemente o, se possibile, prevenirlo.